Luciano Pignataro, nuova recensice dei Vini Cardone

I Vini Tenuta Marchese Cardone tra i 🍷vini da non perdere nella provincia di Salerno secondo la rubrica đź“ťLuciano Pignataro Wine Blog nell’articolo a cura di Enrico Malgi.

A seguire la recensione e il link al sito.

Mi fa piacere constatare che nel Cilento finalmente stanno venendo fuori molteplici seppur minuscole aziende, che con i loro vini contribuiscono ad elevare il tasso di quantitĂ  ma soprattutto di qualitĂ  di tutta la produzione vitivinicola territoriale, di cui se ne sentiva un gran bisogno.

Enrico Malgi

In attesa di compiere il mio consueto e periodico giro per le aziende cilentane, che stanno completando l’imbottigliamento delle nuove annate, mi sono imbattuto in quattro etichette (un bianco, un rosato e due rossi) di una minuscola e poco conosciuta impresa di Agropoli: Tenuta Marchese Cardone, attiva già dall’inizio degli anni ’70.

L’attuale titolare è l’agronomo Francesco Cardone che, oltre al vino, produce anche olio evo e fichi sia freschi e sia secchi esportati in tutto il mondo.

Controetichetta bottiglie di vino Tenuta Marchese Cardone

Isca Grande Fiano Paestum Igp 2021. Fiano in purezza raccolto a fine agosto. Maturazione in acciaio per cinque mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo.

Alla vista di appalesa un lucido colore giallo paglierino appena intaccato da giovani lampi verdolini. Bouquet espansivo e gioioso, il quale esprime una buona dose di promiscui profumi che vanno a stuzzicare le narici. In successione si captano regolari e sospirosi svolazzi di pesca, mela, clementina, fico, gelsomino, ginestra e macchia mediterranea. Sorso pulito, sapido, soave, morbido, teso ed arrotondato. Gusto tenero, delicato, aggraziato e succoso. Buona la serbevolezza. Finale abbastanza intenso. Da spendere su un risotto alla pescatora e frittura di pesce di paranza, come ho potuto sperimentare recentemente al Ristorante Le Macine.

Isca delle Rose Rosato Paestum Igp 2021. Aglianico al 100%. Vendemmia a fine ottobre. Affinamento per cinque mesi in acciaio. Tasso alcolico di dodici gradi.

Colore rosa salmonato luccicante. Spettro aromatico depositario di un tourbillon profumato di amarena, melagrana, chinotto, fragola, lampone, rosa canina, geranio, rabarbaro, zenzero ed erbe aromatiche. In bocca penetra un sorso gradevolmente fresco, scorrevole, intrigante, morbido, sapido, carezzevole, elegante e polposo. Percezione tattile deliziosa, suadente, stuzzicante, seducente, armonica e ben modulata. Scatto finale edonistico. Da consumare su una zuppa di pesce e pizza margherita.

Donna Matilde Aglianico Paestum Igp 2019. Blend di Aglianico e Merlot. Maturazione in acciaio per un anno. Tenore alcolico di tredici gradi.

Bicchiere tinto da un fulgido colore rosso rubino. Ventaglio olfattivo percettore di un goloso corollario di multiformi fragranze: marasca, prugna, drupe del sottobosco, carruba, fiori rossi, vegetali freschi e frammenti speziati. Attacco in bocca ben sostenuto da una ventata di freschezza e da sensazioni palatali nitide, morbide, infiltranti, polpose e dinamiche. Silhouette accattivante, elegante ed ottimamente sublimata. Tannini bene evoluti. LongevitĂ  tutta da scoprire. Chiusura ottimamente registrata su toni persistenti. Perfetto su una tagliata di carne arrosto e formaggi semistagionati.

Don Franco Aglianico Cilento Dop 2017. Soltanto Aglianico raccolto a fine ottobre. Maturazione per un anno in acciaio. Affinamento in barriques di rovere sempre per un anno e poi il vino viene elevato in vetro per sei mesi. AlcolicitĂ  di quattordici gradi.

Un colore rosso rubino concentrato attraversa la scintillante livrea. Crogiolo aromatico ottimamente impostato, dal quale salgono al naso seducenti e pluralistiche vibrazioni di ciliegia, prugna, ribes, mirtilli, more, violetta, iris, timo, alloro, noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero. Bene cesellati poi gli impulsi terziari. In bocca entra un sorso avvolgente, tagliente, croccante, strutturato e complesso. Ben veicolata la scalpitante freschezza. Espansione palatale materica, temperamentale, scattante, sostanziosa e ritmata. L’ordito tannico è palesemente fitto, ma molto indulgente. Potenzialità di serbevolezza a lunga gittata. Retroaroma appagante. Da preferire su un capretto al forno con patate e caprini cilentani.

Mi fa piacere constatare che nel Cilento finalmente stanno venendo fuori molteplici seppur minuscole aziende, che con i loro vini contribuiscono ad elevare il tasso di quantità ma soprattutto di qualità di tutta la produzione vitivinicola territoriale, di cui se ne sentiva un gran bisogno. Giovani operosi e ben preparati professionalmente stanno facendo davvero un ottimo lavoro, affiancando la datata ma sempre valida pattuglia della vecchia generazione che tanto si è spesa per riformare un territorio come quello cilentano purtroppo non sempre ritenuto idoneo a praticare una viticoltura di eccellenza, ma per fortuna il fenomeno sta andando in direzione opposta come ben sappiamo.

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